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Podcast "Il Mondo a pezzi", Lunedì alle ore 10.00. Radio Radicale
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April 22, 2025
Sono iniziati a Washington gli Spring Meeting: Banca Mondiale, Fmi, Governatori delle Banche centrali, Ministri dell'Economia e rappresentanti delle organizzazioni della società civile si confronteranno in un contesto condizionato dalle politiche protezioniste della presidenza Trump. Domina il clima di incertezza sul'economia globale: le tariffe introdotte hanno raggiunto un livello che non si vedeva dagli anni Trenta e il modo in cui sono state annunciate è stato del tutto erratico. Le politiche dei dazi di Trump stanno minando la crescita economica globale, provocando un rialzo dei prezzi e dell'inflazione. Una battuta d'arresto rispetto alla resilienza di cui l'economia globale aveva dato prova malgrado gli shock del Covid e delle guerre. Il contesto incerto ha indotto a rinviare gli investimenti, il risparmio è aumentato e i consumi sono diminuiti. Si prospetta il rischi di stagflazione, risulato di stagnazione e inflazione. Le previsioni di crescita dell'economia americana sono scese dal 2,5-2,8 per cento ad una cifra sotto l'1 per cento. Il rischio recessione si è innalazto al 60 per cento (rispetto al 25 per cento). Le pressioni di Trump sul presidente della Federal Reserve Jerome Powell perché abbassi i tassi di interesse. Il dollaro si è svalutato ed è a rischio il suo status di moneta di rifugio. Unione europea e Cina devono trovare una risposta per non essere colpite dalle conseguenze della politica di Trump. La Cina deve rilanciare i consumi interni, evitando di far affluire sul mercato europeo i suoi eccessi di produzione. L'Unione europea deve abbandonare il suo modello si crescita trainato dalle esportazioni, aumentare i consumi interni, fare investimenti. Altrettanto importante per l'Ue è trovare sbocchi su altri mercati rafforzando accordi con Paesi come l'India o il Brasile. E confermare la propria coesione, sul piano della Difesa europea come risposta all'aggressività di Putin e di fronte alla politica dei dazi di Trump.
April 14, 2025
La decisione di Donald Trump di sospendere l'applicazione dei dazi 'reciproci' per 90 giorni: una frenata indotta dai timori che la fuga dai titoli del Tesoro americano aveva provocato. Si sarebbe andati incontro ad una situazione di illiquidità, poiché i Treasures rappresentano la spina dorsale del sistema weconomico-finanziario mondiale. Una situazione simile si era vissuta solo con la crisi del 2008 e con l'impatto del Covid. Il clima di incertezza creato dall'Amministrazione Trump ha creato sfiducia sui titoli di Stato, le azioni e sul dollaro. E la crisi di fiducia può essere più grave della guerra delle tariffe. Si fa concreto il rischio di un rialzo dell'inflazione. Il Presidente Usa fa retromarcia anche sui dazi imposti su Iphone, pc, microchip. Ma il segretario al Commercio precisa che sarà una sospensione temporanea. Nel braccio di ferro con la Cina, è quest'ultima a trovarsi in una posizione di forza, poiché da anni ha concentrato i suoi sforzi per rendersi autonoma dagli Usa. E grazie all'enorme valore di risparmio accumulato, sarebbe in grado di rilancira i consumi interni. L'Ue rischia di rimanere stritolata dal conflitto Usa-Cina. Nei 90 giorni di pausa è necessario costruire un percorso negoziale. L'arma di deterrenza di cui dispone è la possibilità di colpire le esportazioni di servizi digitali statunitensi: Amazon, Google, Facebook. Anche se Trump parla solo del disavanzo legato ai beni, questi settori consentono agli Usa una posizione di suprplus innegabile. Ma saranno uniti gli Stati Ue in questa sfida? La Francia sembra convinta, ma altrettanto non si può dire né di Germania, né di Irlanda. La proposta della Commissione Ue di un'area di libero scambio Ue-Usa 'dazi zero': avrebbe senso se Trump fosse convinto dei benefici del libero commercio, ma tutto fa supporre che non sia così.
April 8, 2025
La risposta ai dazi dell'Amministrazione Trump: la Commissione Ue propone 'dazi zero' sui prodotti industriali, il Vietnam si arrende e decide di azzerarli dopo che il Presidente Usa ha annunciato l'imposizione di tariffe del 46 per cento. Ma elaborare una strategia per i Paesi colpiti, poiché i consiglieri di Trump considerano penalizzanti barriere per l'economia Usa anche l'Iva o lle normative europee che riguardano i prodotti ottenuti con colture Ogm o la carne prodotta con ormoni. I discutibili metodi con cui, in occasione del 'Liberation Day', è stato calcolato e mostrato in tabella l'elenco dei dazi che l'Amministrazione Usa imporrà. A Trump non basterà, poiché quel che ha in mente, fin dagli anni Ottanta, è rifondare il sistema dei rapporti economici e le regole internazionali che, a suo dire, costuitscono un furto ai danni degli americani: per Trump il commercio internazionale è un costo, le importazioni penalizzano il Paese, l'obiettivo da raggiungere è posizionare gli Stati Uniti al centro di relazioni bilaterali che garantiscano un saldo in pareggio o un surplus. Trump giustifica questi interventi invocando una legge di sicurezza nazionale: è il primo Presidente Usa ad utilizzarla per imporre tariffe. E al momento gli Usa sono il Paese che applica i più alti dazi al mondo. I timori del mondo della finanza e il crollo a Wall Street: se finora c'è stata una sopravvalutazione dei mercati azionari e un abnorme aumento delle quotazioni, una correzione che pure sarebbe stata ragionevole ha effetti disastrosi se operata in pochi giorni. Le buone performance dell'economia Usa fino all'arrivo di Trump sono minacciate ora da un rischio recessione sempre più alto: una recessione autoprovocata. Ma se i danni inflitti all'economia inducessero Trump a fermarsi, probabilmente tenterebbe di svendere un ribasso negli obiettivi come una vittoria.
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