by RSI - Radiotelevisione svizzera
<p>Magazine di riferimento della Rete Due sulle questioni scientifiche. Si occupa sia dei grandi temi che riguardano direttamente la nostra vita quotidiana (inquinamento, allergie, alimentazione) sia delle ricerche di laboratorio (medicinali, nuove scoperte, invenzioni) sia di questioni che coinvolgono le scienze umanistiche, psicologia, filosofia. Partecipa così, con stile divulgativo, al dibattito su alcuni fondamentali temi di società.</p><p> </p>
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🇮🇹
Publishing Since
12/4/2011
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April 18, 2025
<p>Questa storia ha inizio nel 2003 quando una studentessa americana, Jennifer Barlow (che all’epoca aveva 15 anni) suggerì di dedicare ogni anno una notte all’oscuramento delle luci esterne per consentire alle persone di ammirare il cielo “Voglio che le persone possano vedere la meraviglia del cielo notturno senza gli effetti dell’inquinamento luminoso. L’universo è la nostra visione del passato e del futuro. Voglio contribuire a preservare la sua meraviglia” </p><p>Più di un anno dopo, la National Dark Sky Week, fu osservata per la prima volta in tutti gli Stati Uniti e nell’aprile 2003 fu deciso di dar vita ufficialmente alla settimana internazionale del cielo scuro (<a href='https://darksky.org/what-we-do/events/dark-sky-week/#:~:text=When%20is%20International%20Dark%20Sky,April%2021%2D28%2C%202025' target='_blank'>International Dark Sky Week</a>) che quest’anno si celebra a partire da lunedì 21 aprile. </p><p>La settimana del cielo scuro è un evento mondiale che richiama l’attenzione sull’inquinamento luminoso e le sue conseguenze, promuove soluzioni semplici per mitigare il problema e celebra la grandiosa bellezza di una notte naturale. </p><p>Ne parleranno con Alessandra Bonzi <b>Stefano Klett</b>, responsabile per la Svizzera Italiana di <a href='https://www.darksky.ch/dss/it/' target='_blank'>Dark-Sky Switzerland</a>, <b>Chiara Scandolara </b>ornitologa per <a href='https://www.ficedula.ch/uccelli-dei-giardini' target='_blank'>FICEDULA</a> e <b>Marzia Mattei</b>, biologa e resp. del <a href='https://pipistrelliticino.ch/' target='_blank'>Centro protezione Chirotteri Ticino</a>.</p>
April 11, 2025
<p>Ogni volta che inviamo un messaggio su WhatsApp, salviamo una foto nel cloud, chiediamo qualcosa a un algoritmo di intelligenza artificiale o guardiamo un film in streaming, mettiamo in moto una rete invisibile ma potentissima: quella dei data center. <br>Veri e propri cuori pulsanti della nostra società iperconnessa, queste infrastrutture sono i luoghi fisici in cui vivono i nostri dati digitali.<br>In questa puntata de <a href='https://www.rsi.ch/play/tv/programma/il-giardino-di-albert?id=703574' target='_blank'>Il Giardino di Albert</a> esploriamo il mondo nascosto dei data center: cosa sono, come funzionano e perché la loro sostenibilità è diventata una delle grandi sfide del nostro tempo. Scopriremo come le nostre abitudini digitali influenzano il consumo energetico globale, e quali tecnologie si stanno sviluppando per rendere più sostenibili queste immense “fabbriche di dati”.<br>Con <b>Matteo Casserini</b>, docente-ricercatore alla <a href='https://www.supsi.ch/' target='_blank'>SUPSI</a> e co-responsabile del Bachelor in Data Science e Intelligenza Artificiale, ci addentreremo nella dimensione più tecnica e organizzativa dei data center, cercando di capire come l’intelligenza artificiale stia rivoluzionando anche il modo in cui queste strutture vengono progettate e gestite. <b>Marco Bettiol</b>, economista della sostenibilità e docente all’<a href='https://www.unipd.it/' target='_blank'>Università di Padova</a>, ci guiderà invece in un’analisi critica dell’impatto ambientale del digitale, a partire dalle riflessioni del suo libro <i>La sostenibilità ambientale del digitale: il ruolo dei data center</i>. Infine,<b> Nicola Moresi</b>, CEO di <a href='https://bancadati.ch/' target='_blank'>Bancadati</a> e pioniere nella costruzione di data center nella Svizzera italiana, ci racconterà cosa rappresenta un’infrastruttura di questo tipo a livello locale.<br>Una puntata per riflettere su cosa significa “vivere nel cloud”, e su come le nostre scelte digitali modellano — nel bene e nel male — il mondo reale.</p>
April 5, 2025
<p>Le storie ci aiutano a dare senso alla vita e a comprendere gli altri. Ma possono anche curare? La medicina narrativa, una disciplina ancora poco nota ma capace d’incidere profondamente nelle nostre vite, ci mostra come le storie, a partire dalle nostre biografie, possano aiutarci nei percorsi di cura, migliorarando il rapporto medico-paziente e aiutando a gestire la malattia in modo più consapevole.</p><p>In questa puntata esploreremo il potere terapeutico delle storie con <b>Stefano Calabrese</b>, esperto di medicina narrativa e neuronarratologia, professore all’<a href='https://www.unimore.it/it' target='_blank'>Università di Modena e Reggio Emilia</a> ma anche alla IULM e all’Università degli <a href='https://www.unisob.na.it/' target='_blank'>Studi Suor Orsola Benincasa</a> di Napoli, e <b>Marta Fadda</b> ricercatrice senior presso l’Istituto di medicina di famiglia dell’<a href='https://www.usi.ch/it' target='_blank'>Università della Svizzera italiana</a> e affiliata al <a href='https://www.cbhd.org/' target='_blank'>Center for Bioethics </a>della <a href='https://hms.harvard.edu/' target='_blank'>Harvard Medical School</a>.<br>Con Stefano Calabrese capiremo cosa succede nel cervello quando ascoltiamo o raccontiamo una storia, come le narrazioni attivano emozioni, memoria ed empatia? Che cos’è la neuronarratologia e come letteratura e medicina abbiamo scoperto di poter lavorare insieme.<br>Con Marta Fadda entreremo nella pratica clinica, capiremo quali sono i benefici della medicina narrativa, come viene applicata nei contesti sanitari della Svizzera italiana, parleremo di progetti concreti e di come il coinvolgimento attivo del paziente attraverso la narrazione possa migliorare la qualità dell’assistenza.</p><p>Le storie, come diceva lo scrittore inglese Laurence Sterne “aggiungono un filo alla tela della nostra vita”. <br>Forse, ascoltarle e raccontarle può aiutarci a curare non solo l’anima, ma anche il corpo.</p>
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